Dal 25 al 27 novembre si è svolto a Milano La Terra Trema, l’evento dedicato al vino e all’agricoltura di qualità nel pieno rispetto della terra.
Per noi che facciamo della narrazione l’elemento centrale di una visione consapevole del fare agricoltura, si tratta di un appuntamento semplicemente imperdibile. Come ogni anno nello storico centro sociale del Leoncavallo sono arrivati da ogni regione d’Italia agricoltori e vignaioli indipendenti che, prendendosi cura della terra, sanno esprimere appieno il loro territorio.
Questo è il luogo ideale per incontri informali con i produttori. Davanti a un ottimo bicchiere di vino si intavolano conversazioni attraverso cui apprendere in modo piacevole una gran quantità di cose sul mondo del vino.
Sono tutte storie lontane anni luce da mode e tendenze. “Il vino deve avere la sua personalità, non mi interessano le mode del momento. Per me deve esprimere l’unicità della nostra terra.” spiega Stefano, di Cantina Bionatura di Tenno (Trentino). Ci racconta di aver incontrato tantissimi giovani a questo evento, alcuni dei quali ammettono di non sapere granché delle caratteristiche dei vini di qualità. Ma è rimasto piacevolmente colpito dalla curiosità senza pregiudizi con cui si avvicinano a un mondo ricco di variabili come questo.
Qui nessun vino somiglia a un altro. Ognuno esprime in modo unico il rapporto che lega un vignaiolo alla propria vigna. “Perché un vino esprima l’essenza di un territorio, l’uomo deve essere uno spettatore discreto, che interviene il meno possibile.” ci spiega la Famiglia Gueli di Grotte (Sicilia). Pur partendo dalle stesse uve e con identiche tecniche produttive, la loro cantina produce due vini dai sentori completamente diversi. A fare la differenza è il terreno nel quale crescono i due vigneti, uno di tipo calcareo e l’altro di tipo più argilloso.
A La Terra Trema abbiamo trovato passione, creatività, ecosostenibilità, forme di resistenza e resilienza, voglia di comunicare e molto altro.
I vignaioli che abbiamo incontrato, più che semplici produttori sono veri e propri artisti del vino. Come Silvio, di Cantina LeViti di Dogliani (Piemonte), che l’anno scorso ha vinto la Roncola d’Oro, il premio assegnato da La Terra Trema. Per lui quella di fare vino è stata una vocazione. Così ha deciso di lasciare la città e il lavoro d’ufficio per tornare alla campagna a lavorare un terreno che un tempo era stato del suo bisnonno. Ci racconta del suo vino e della sua filosofia: “Da noi in Langa il terreno calcareo e ricco di minerali, chiamato marna, conferisce al vino sentori unici. E secondo la mia visione, meno si produce e meglio si produce.” Le vigne infatti, se tenute in uno stato di leggera sofferenza, danno meno grappoli ma di qualità superiore. E il più del lavoro va fatto in vigna, intervenendo il meno possibile in cantina.
Grazie a quel bicchiere che ti viene dato all’ingresso e che stringi in mano come la chiave per aprire le porte di nuovi mondi, ti trovi a fare un viaggio incredibile tra territori e storie. Storie che parlano di umanità, di dignità di un lavoro fatto con passione e senso di responsabilità. Storie di vino con l’anima.
Per leggere altre storie, punti di vista ed esperienze: